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dai GIORNALI di OGGIa Sharm El Sheikh, presenti 80 delegazioni. Gaza,per ricostruzione Berlusconi: "Da noi 100 mln di dollari" 2009-03-02 |
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per l'articolo completo vai al sito http://www.corriere.it2009-03-02 a Sharm El Sheikh, presenti 80 delegazioni Gaza, conferenza per la ricostruzione Berlusconi: "Da noi 100 mln di dollari" Piano dell'Anp da 2,8 miliardi per rilanciare l'economia palestinese. Clinton: "Aiuti vincolati al processo di pace" Hillary Clinton e il ministro degli Esteri saudita Saud al-Faisal a Sharm El Sheikh (Afp) Hillary Clinton e il ministro degli Esteri saudita Saud al-Faisal a Sharm El Sheikh (Afp) CAIRO - Servono 2,8 miliardi di dollari, 2,2 in euro, per ricostruire Gaza dopo il violento conflitto iniziato dopo Natale e terminato sei settimane fa. Il calcolo è stato fatto dall'Autorità nazionale palestinese, nell'ambito di un intervento ambizioso volto non solo a ripristinare quanto distrutto, ma anche a rilanciare l'economia palestinese. L'occasione è l'importante conferenza internazionale per Gaza in corso a Sharm El Sheikh, ottanta le delegazioni presenti. Sono intervenuti il premier Berlusconi, il segretario di Stato americano Hillary Clinton, l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Javier Solana, il presidente francese Nicolas Sarkozy e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Il presidente egiziano Hosni Mubarak, aprendo i lavori, ha detto che "la priorità è quella di arrivare a una tregua nonostante i passi indietro fatti da Israele". BERLUSCONI - Berlusconi ha promesso che l'Italia stanzierà cento milioni di dollari, spalmati in quattro anni: "L’Europa farà la sua parte come il mio Paese. Annuncio 100 milioni di dollari come contributo italiano per la sola ricostruzione di Gaza. Con Mubarak abbiamo parlato del fatto che l’impegno si estende anche per i prossimi anni, quindi ho potuto prendere un impegno fino agli anni 2010-2011". Il premier ha sottolineato che è necessario creare due Stati, quello palestinese accanto a quello israeliano, che vivano in pace e sicurezza con dei governi di unità nazionale. Gli israeliani - ha concluso - si diano "un governo capace di volere la pace e di assumersi i sacrifici che la pace comporta", i palestinesi si riconcilino e si riconoscano in un governo che abbia in Abu Mazen la spinta "a una pacificazione che la storia impone". Berlusconi ha detto che il piano Marshall è una delle priorità del G8 e ha prospettato un collegamento tra il mar Rosso e il mar Morto: "È importante per tutti gli Stati della regione perché ogni anno il livello del mar Morto scende in modo definitivo. È un piano voluto anche da Mubarak e che noi presenteremo al G8 e al G14". HILLARY CLINTON - Gli Stati Uniti verseranno 900 milioni, di cui solo 300 andranno a Gaza, mentre 200 serviranno per aiutare i bilanci dell'Anp da tempo in rosso e 400 saranno destinati ad aiutare il programma di sviluppo economico della Cisgiordania. Hillary Clinton ha sottolineato che gli aiuti statunitensi "non potranno essere svincolati dal processo di pace" e che l'amministrazione Obama è decisa a impegnarsi con forza perché israeliani e palestinesi riescano a convivere pacificamente sul principio "due popoli, due Stati". "Non possiamo permetterci altri contraccolpi o rinvii" ha detto il segretario di Stato. Con George Mitchell - l’inviato di Obama per la pace in Medio Oriente - alle sue spalle, Clinton ha assicurato che "gli Stati Uniti sono impegnati per una pace globale fra Israele e i suoi vicini arabi, e cercheremo di ottenerla su vari fronti". SARKOZY E ABU MAZEN - Sarkozy ha invitato i palestinesi a mettere in piedi un governo di unità nazionale sotto il presidente Abu Mazen e ha rilanciato la proposta di una conferenza di pace: "Bisogna incoraggiare le parti a stabilire un calendario che porti entro la fine di quest’anno alla firma di un accordo e alla creazione di uno Stato palestinese percorribile, democratico, moderno, che vive accanto a quello di Israele". Lo stesso Abu Mazen, nel suo intervento, ha detto che le fazioni palestinesi non possono fare altro che riconciliarsi, dicendosi pronto al dialogo per un governo di unità nazionale e nuove elezioni presidenziali e legislative. Giovedì Hamas e Fatah hanno concordato al Cairo un dialogo per giungere al governo di unità nazionale entro il 20 marzo. Il precedente era stato sciolto da Abu Mazen dopo che Hamas aveva preso il potere nella Striscia, a giugno 2007. POVERTÀ E DISOCCUPAZIONE - "Non vogliamo solo ricostruire ciò che gli israeliani hanno distrutto - ha spiegato il ministro per la Programmazione dell'Anp, Samir Abdullah al-Khita - ma vogliamo intervenire su tutti i problemi dell'economia locale combattendo in primo luogo la povertà, la disoccupazione e il deficit economico". Sono 34.270 le abitazioni distrutte parzialmente nel recente conflitto, altre 3.875 vanno ricostruite dalle fondamenta; secondo l'Onu ci sono 25.110 famiglie che hanno bisogno di una casa. 02 marzo 2009 |
REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito http://www.repubblica.it/2009-03-02 Alla conferenza internazionale 71 paesi e 16 organizzazioni obiettivo, ricostruire la Striscia. Dall'Italia 100 milioni di dollari Sharm el Sheikh, summit per Gaza "Aiuti ma solo se sarà la pace" I lavori aperti da Mubarak, presenti per l'Italia Berlusconi e Frattini Sharm el Sheikh, summit per Gaza "Aiuti ma solo se sarà la pace" Hosni Mubarak stringe la mano all'inviato del Quartetto Tony Blair alla conferenza di Sharm El Sheikh GAZA - Un impegno concreto per la ricostruzione di Gaza, ma collegato alla ripresa del processo di pace: gli 87 tra Paesi e organizzazioni internazionali partecipanti alla conferenza internazionale dei Paesi donatori a Sharm-el-Sheikh, sul Mar Rosso, non hanno firmato assegni in bianco e in molti hanno avvertito che i loro aiuti - complessivamente più di tre miliardi di dollari - non significano alcuna apertura di credito ad Hamas. Al movimento islamico - il convitato di pietra di Sharm che aveva lanciato un appello alla conferenza perché evitasse "politicizzazioni" degli aiuti - ha replicato il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, una delle principali protagoniste dell'incontro: "La risposta alla crisi di Gaza non può essere disgiunta dai più ampi sforzi per arrivare a una pace complessiva", ha avvertito. "Fornendo assistenza umanitaria a Gaza", ha detto durante il suo intervento, "puntiamo anche a creare le condizioni in cui uno Stato palestinese possa essere pienamente realizzato". Da qui l'avvertimento che dei 900 milioni di dollari stanziati dagli Usa per la ricostruzione, solo 300 andranno direttamente per l'emergenza umanitaria a Gaza e gli altri saranno devoluti all'Anp. Solo con una "tempestiva" ricostruzione di Gaza e un cessate il fuoco "duraturo" si potranno compiere i primi passi verso "una pace piena e globale tra Israele e i suoi vicini arabi", ha ricordato oggi il segretario generale dell'Onu Ban ki-Moon, in un intervento su Repubblica. Dall'Italia, ha annunciato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenuto a Sharm insieme al ministro degli Esteri Franco Frattini, arriverà un contributo per Gaza di 100 milioni di dollari con finanziamenti per 25 milioni l'anno fino al 2011. Il premier ha auspicato che Israele e Anp formino governi di unità nazionale per riprendere il negoziato per la creazione di due Stati. Berlusconi ha anche ribadito che il "piano Marshall" per i palestinesi sarà "una delle priorità del G8" della Maddalena. L'obiettivo, ha aggiunto, è lavorare per la costruzione di "strutture alberghiere e aeroporti" in modo da far venire i turisti "nei luoghi sacri" come Betlemme e Gerusalemme. Ma gli aiuti promessi dalla comunità internazionale a Gaza devono materialmente poterci arrivare: il segretario generale dell'Onu, Ban-ki-Moon, ha affermato che la chiusura dei valichi è "intollerabile" perché "impedisce l'accesso agli operatori umanitari e l'ingresso di beni essenziali" e ha indicato nella loro riapertura "il primo e indispensabile obiettivo". Dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, è venuto l'invito a organizzare entro l'anno una conferenza di pace per il Medio Oriente, "anche imponendola" perchè "è ora di assumersi il rischio della pace". Dal canto suo Abu Mazen ha avvertito che senza la pace con Israele gli aiuti per i palestinesi sarebbero "insufficienti". "Siamo tutti consapevoli che gli sforzi per la ricostruzione e lo sviluppo resteranno insufficienti, impotenti e minacciati in assenza di un accordo politico", ha detto il presidente dell'Anp. In apertura dei lavori dal presidente egiziano Hosni Mubarak, che ha fortemente voluto il summit, è arrivato un appello per una tregua duratura a Gaza tra Israele e Hamas. "La guerra di Gaza ha scoperto la fragilità del processo di pace in Medio Oriente", ha osservato Mubarak. L'obiettivo, a sei settimane dalla conclusione dell'operazione Piombo Fuso, condotta da Israele contro Hamas nell'enclave palestinese il mese scorso, appare ancora lontano. Sullo sfondo non cessano le tensioni nella Striscia, dove ancora ieri sono stati lanciati razzi contro il Sud di Israele, nei confronti dei quali il premier uscente israeliano Ehud Olmert ha minacciato una reazione "severa". (2 marzo 2009)
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito http://www.unita.it2009-03-02 L'Italia offrirà 23,2 di Euro per la ricostruzione di Gaza In un clima teso, segnato dal tristemente consueto lancio di cinque razzi nella notte, Silvio Berlusconi è arrivato a Sharm El Sheikh. La conferenza internazionale per la ricostruzione della striscia che si apre questa mattina sul Mar Rosso. Hillary Clinton, Tony Blair, Javier Solana, un mazzo di protagonisti della politica mondiale , per donare, speranza l'autorità nazionale palestinese, una cifra non inferiore ai 2,8 miliardi di euro per sanare i due miliardi di danni provocati dalla recente offensiva israeliana. Berlusconi, uscendo dall'albergo stamattina, ha promesso altri 23,2 milioni di euro per la ricostruzione. È questo l'impegno che annuncerà oggi, puntualizzando che questi stanziamenti si aggiungono ai 25 milioni di euro già erogati due anni fa dal governo italiano. Il presidente del Consiglio ha sottolineato come gli stanziamenti annunciati dall'Italia siano una cosa "concreta": "Non quanto vorremmo fare ma quanto possiamo fare", ha aggiunto Berlusconi, come tali fondi riguardino l'immediata ricostruzione di Gaza e non il piano Marshall per la Palestina, per il quale, ha detto, "speriamo di poter dare molto di più". Il Premier ha osservato che su questo punto bisognerà attendere la discussione in Parlamento, aggiungendo che uno dei progetti che si stanno studiando per l'area riguarda un collegamento tra il Mar Rosso e il Mar Morto. Il tutto mentre il procuratore generale israeliano sta considerando la possibilità di mettere in stato d'accusa il Primo ministro uscente Ehud Olmert sospettato di aver ricevuto illegalmente fondi da un uomo d'affari americano. Olmert, che nega ogni addebito, potrebbe essere il primo premier israeliano a essere rinviato a giudizio se il procuratore Menachem Mazuz decidesse di accusarlo di questi reati. Il procuratore generale ha detto al Primo Ministro Ehud Olmert che sta considerando l'ipotesi di compilare un atto d'accusa formale contro di lui sulla base del sospetto che abbia commesso vari reati nell'ambito dello "scandalo Talansky", ha detto il ministro della Giustizia in una dichiarazione. Morris Talansky è l'imprenditore americano che ha testimoniato a Maggio davanti a una corte israeliana di aver dato a Olmert buste piene di soldi e prestiti personali per un ammontare superiore a 150.000 dollari in un periodo di 15 anni, denaro che Olmert non ha mai restituito. 02 marzo 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito http://www.ilsole24ore.com2009-03-02 Gaza, Hillary Clinton: "Aiuti Usa associati al processo di pace" 2 marzo 2009 Iraq, il tribunale speciale assolve Tareq Aziz. Condanna a morte per Ali "il chimico" Gli aiuti statunitensi alla Striscia di Gaza "non potranno essere svincolati dal processo di pace". Lo ha sottolineato il segretario di Stato americano Hillary Clinton alla conferenza internazionale dei donatori per la ricostruzione a Sharm El Sheikh. Il vertice ha preso il via con una colazione di lavoro, presenti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, il presidente francese Nicolas Sarkozy e, ovviamente il presidente egiziano Hosni Mubarak. Al summit convocato a Sharm el Sheikh dal rais egiziano, partecipano oltre 70 Paesi. Insieme al presidente Berlusconi, per l'Italia è presente anche il ministro degli Esteri Franco Frattini. Dei 900 milioni di dollari promessi dagli Stati Uniti a favore dei palestinesi che il segretario di stato americano, Hillary Clinton, annuncerà alla Conferenza dei donatori di Sharm El-Sheikh, solo 300 andranno però a favore della Striscia di Gaza, gli altri saranno devoluti all'Autorità palestinese (Anp). Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato, Robert Wood. "Alla conferenza dei donatori noi daremo il nostro sostegno all'Autorità palestinese e alla ricostruzione di Gaza per un totale di 900 milioni di dollari", ha ribadito Wood, che ha poi precisato che, del totale, 300 milioni andranno a favore dei "bisogni umanitari urgenti" della Striscia di Gaza controllata da Hamas, attraverso i canali dell'Onu e delle Ong. Altri 200 milioni saranno devoluti a favore del bilancio dell'Anp del presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas), che ha annunciato un fabbisogno di 1,5 miliardi di dollari per far quadrare il bilancio 2009. I rimanenti 400 milioni di dollari, ha detto infine il portavoce del dipartimento di stato Usa, andranno a sostenere il programma economico dell'Anp in Cisgiordania. Dall'Italia per la ricostruzione di Gaza arriveranno 100 milioni di dollari. Ad annunciarlo, durante la conferenza di Sharm el Sheikh per la ricostruzione della Striscia, è il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "L'Europa farà la sua parte come il mio Paese". Entro la fine dell'anno bisogna realizzare una conferenza di pace per il Medio Oriente, "anche imponendola", perchè è ora di "assumersi il rischio della pace. È una questione di volontà: se vogliamo aspettare che si realizzino le condizioni per la pace si dovrà aspettare a lungo, facciamo del 2009 l'anno della pace". Lo ha sostenuto il presidente francese, Nicolas Sarkozy, nel suo intervento alla conferenza dei donatori per Gaza a Sharm El Sheikh, esortando tutti i palestinesi a riunirsi in un "Governo di unione nazionale" guidato dal presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen). Ricordando che la conferenza di Parigi per lo Stato palestinese di dicembre 2007 "ha permesso di mettere in circolo 7,7 miliardi di dollari in tre anni", tre dei quali sono stati finanziati nel 2008 ("un successo senza precedenti"), Sarkozy ha ricordato che la ricostruzione di Gaza è essenziale, "ma non bisogna dimenticare la Cisgiordania, dove Mahmud Abbas ha avuto il merito di mantenere la calma" durante la recente guerra nella Striscia di Gaza. A proposito della riconciliazione interpalestinese Sarkozy si è rivolto ai Paesi che hanno legami con Hamas: "voi avete una responsabilità particolare - ha detto Sarkozy - per incoraggiare questo movimento ad unirsi al presidente Abbas, il cui cammino di pace, e solo quello, produrrà risultati". Ai dirigenti palestinesi, ed in particolare a quelli di Hamas, con tono molto deciso il capo dell'Eliseo ha scandito: "se volete essere rispettati, dovete seguire una politica rispettabile, cioè una soluzione politica con Israele. Dovete riconoscere la sicurezza di Israele".(ANSA). Ma il clima a Sharm è di incertezza. Fortemente voluto dal Cairo - più che mai attivo nel ruolo di mediatore fra le fazioni palestinesi, e fra Hamas e Israele - il vertice rischia di non sortire gli effetti desiderati: la raccolta di 2,8 miliardi di dollari, come richiesto dall'Autorità nazionale palestinese e il raggiungimento di una tregua stabile tra la Striscia e Tel Aviv. L'autorevolezza dell'appuntamento infatti, appare minata su diversi fronti, a partire dalla stabilità e dalla sicurezza del Paese ospite. Solo una settimana fa, il terrorismo ha colpito di nuovo l'Egitto e in particolare uno dei luoghi simbolo del turismo internazionale di passaggio al Cairo: il mercato di Khan El Khalili, nel cuore della vecchia Cairo. Era dall'aprile del 2005 che la capitale egiziana non era toccata da attentati, mentre l'ultimo atto sanguinario a segnare il Sinai risaliva al 2006: un breve lasso di tempo in realtà, eppure sufficiente a rassicurare i circa 13 milioni di visitatori che ogni anno visitano la terra dei Faraoni. Diversi sono poi gli obiettivi e le strategie dei partecipanti, che negli ultimi giorni si sono mossi in ordine sparso nella regione euro-mediterranea. Fra l'altro, ha destato non poche perplessità la visita nella Striscia di Gaza dell'inviato del Quartetto (Stati Uniti d'America, Unione europea, Russia, Nazioni unite) in Medio Oriente, Tony Blair, percepita dai media arabi come un passo tardivo e maldestro: dal giugno 2007, infatti, cioè da quando Hamas ha assunto il controllo della Striscia con la forza, in coincidenza con la nomina di Blair, l'inviato speciale non aveva mai visitato l'enclave palestinese confinante con l'Egitto. Ciascuno per conto proprio, invece, i singoli membri del Quartetto hanno fatto sentire la propria presenza nell'area. È probabile che la comunità internazionale non riuscirà ad esprimersi con una voce sola e che di fronte a una platea composta da capi di Stato, ministri degli Esteri, leader di organizzazioni internazionali a emergere sarà invece la nuova Amministrazione americana. La conferenza per Gaza potrebbe insomma trasformarsi in un palcoscenico, un trampolino per il nuovo corso statunitense nella zona euro-mediterranea. Per il Segretario di Stato americano Hillary Clinton - in carica da poco più di un mese - la conferenza di Sharm sarà solo una tappa di un più ampio tour in Europa e Medio Oriente - Bruxelles, Egitto, Israele, Ankara le tappe prestabilite - ma si protrarrà per tutta la settimana, a sottolineare l'interesse americano per un nuovo corso politico condiviso. Ora si attende di capire quanto spazio di manovra lascerà agli Stati Uniti la Russia di Dimitri Medvedev, interessata a recuperare la propria influenza nell'area. (P. F.)
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